L’Italia fa un grande passo avanti per facilitare l’investimento in finanza alternativa con componente innovativa-digitale, le cosiddette fintech.
Come per tutte le materie altamente specifiche e riferite a settori innovativi, per aggiornare al meglio la normativa attuale sono stati contattati negli ultimi tre mesi tra ricerche e audizioni diversi esperti del settore della finanza alternativa in Italia.
Tra gli esperti contattati per il segmento fintech anche i fondatori di Assofintech, l’associazione delle fintech e assurtech italiane, a cui Housers è associata fin dalla sua fondazione.
Durante l’audizione di Assofintech alla Commissione Finanze della Camera del 15 Novembre 2017 erano state proposte 12 richieste per incrementare la competitività del settore adeguandolo alle normative già presenti nei principali mercati finanziari europei. Sul sito di Be Beez è disponibile l’intera proposta ed il video della seduta.
Vediamo nel dettaglio le due novità più interessanti per il modello lending di prestito partecipativo in cui rientrano gli investimenti effettuati tramite Housers.
Tassazione al 26%
Una delle domande più frequenti e delle richieste più importanti che abbiamo ricevuto in questi mesi riguarda le ritenute. Housers nel 2017 non è sostituto d’imposta per i residenti fiscali italiani, ma si sta impegnando per diventarlo nell’anno 2018.
Intanto con questa nuova normativa entrata ufficialmente in vigore nei giorni scorsi è stata fatta chiarezza definitivamente sulla tassazione dei prestiti partecipativi.
I residenti fiscali italiani confermano l’aliquota del 26% per la categoria dei prestiti partecipativi, esattamente la categoria in cui rientra la nostra piattaforma.
Codice fiscale per non residenti
La seconda interessante notizia riguarda al contrario, non tanto i residenti fiscali italiani ma tutti gli investitori internazionali che non hanno codice fiscale italiano. Fino ad ora infatti non era possibile sottoscrivere un contratto di natura patrimoniale in Italia senza fornire un codice fiscale italiano al fornitore. Secondo l’emendamento fintech ora saranno sufficienti una serie di dati anagrafici delle persone fisiche o giuridiche.
Una modifica che favorisce l’arrivo di capitali esteri nel nostro Bel Paese.
Ottime notizie per il settore fintech italiano!